Groworking è stato pensato come uno spazio dedicato soprattutto alle piccole realtà artigiane di Roma; un luogo dove si potessero incontrare la cultura, il lavoro manuale, la tradizione e la condivisione. Il GrowLab è proprio questo: un’offerta dedicata agli artigiani, alle piccole imprese e più in generale a tutti quegli imprenditori che sentono la necessità di un supporto per poter esprimere al massimo il potenziale della propria attività. A confermare il forte legame che unisce coworking e artigianato è stato Piero Formica, fondatore dell’International Entrepreneurship Academy, che in un articolo sull’Harvard Business Review ha accostato i moderni spazi di lavoro condivisi alle antiche botteghe artigiane rinascimentali del XV secolo.

Coworking e botteghe: l’associazione 

Ma cosa collega così profondamente queste due strutture ideate a secoli di distanza? Piero Formica descrive così nell’articolo ciò che secondo lui rende questi due luoghi distanti nel tempo così vicini nell’idea:

Il modo in cui funzionano i coworking mi ricorda un’idea molto antica: la bottega rinascimentale della Firenze del XV secolo, in cui i maestri artisti erano impegnati a insegnare a nuovi artisti, i talenti venivano coltivati, nuove tecniche erano al lavoro e nuove forme artistiche sono venute alla luce con artisti in competizione tra loro, ma anche lavorando insieme.

Luoghi di crescita, dunque. Ovviamente nei moderni coworking le dinamiche sono diverse, ma forse proprio per questo ancora più efficaci: nei coworking non vi è un maestro, ma tutti hanno qualcosa da insegnare. Le competenze si intersecano e si moltiplicano grazie alla condivisione di uno spazio di lavoro.

Le botteghe fiorentine erano comunità di creatività e innovazione in cui sogni, passioni e progetti potevano intrecciarsi. Gli apprendisti, i lavoratori, gli artigiani, gli ingegneri, gli artisti in erba e gli artisti ospiti erano interdipendenti ma indipendenti.

Un’altra cosa che unisce le botteghe rinascimentali e i coworking è il loro impatto irreversibile sulla concezione e sulle modalità del lavoro. Oggi si parla si smart working, un modo di lavorare che garantisce maggiore autonomia e libertà, un cambiamento epocale nell’idea moderna di lavoro. Secondo Piero Formica anche le botteghe ebbero un forte impatto da questo punto di vista:

Il risultato è stato che l’imprenditorialità ha concepito modi di lavorare rivoluzionari, di progettazione e fornitura di prodotti e servizi e persino di vedere il mondo.

 

Cosa imparare dalle botteghe artigiane

Secondo Piero Formica le botteghe artigiane rinascimentali avevano tre principali punti di forza che possono essere presi come punto di riferimento nei moderni coworking per rappresentare dei veri luoghi di crescita per le persone:

  1. Trasformare le idee in azioni: le botteghe del Rinascimento non erano solo un terreno fertile per le nuove idee; hanno aiutato le idee a diventare realtà. Allo stesso modo, i coworking, luoghi di lavoro innovativi di oggi, devono essere dotati di tutto ciò di cui le persone hanno bisogno per trasformare le loro intuizioni, ispirazioni e rappresentazioni mentali in nuovi prodotti e iniziative. Trovare nuove idee è abbastanza difficile, ma la vera sfida per molte attività è capire come sfruttarle e realizzare un profitto.
  2. Promuovere il dialogo: Ferdinando Galiani, un economista napoletano del XVIII secolo, sosteneva che i mercati sono conversazioni. La qualità della rete, ovvero l’intelligenza combinata di persone e attività con competenze e capacità diverse, svolge un ruolo fondamentale nell’innovazione. Nelle botteghe rinascimentali i professionisti hanno comunicato tra loro in modo coerente e fluido, facilitando la comprensione reciproca. Lo scontro e il confronto di visioni opposte ha rimosso i confini cognitivi, mitigato gli errori e aiutato gli artisti a mettere in discussione le verità date per scontate. Oggi riconosciamo spesso la necessità di questo tipo di conversazioni illuminanti senza realmente fargli spazio nelle nostre attività, sia perché le attività hanno troppa paura dei conflitti, sia perché le persone sono semplicemente troppo impegnate per cercare di espandere la loro comprensione reciproca. Ma le botteghe del Rinascimento dimostrano quanto sia importante che i luoghi di lavoro collaborativi attingano a fonti di idee opposte e opinioni contrastanti.
  3. Facilitare la convergenza di arte e scienza: mentre oggi viene spesso ricordato principalmente come di stampo artistico, in realtà il laboratorio rinascimentale era interdisciplinare. Ciò ha contribuito a creare un approccio olistico alla creatività, che si oppone alle nostre stesse attività, in cui le persone di diversi settori sono spesso separate tra loro. Ad esempio, durante il Rinascimento la natura era vista come una convergenza di arte e scienza, come nel famoso Uomo vitruviano disegnato da Leonardo Da Vinci. Molte delle opportunità commerciali più interessanti di oggi sono incontri simili tra progressi tecnologici e bellezza estetica. L’unione di queste discipline promuove l’apprendimento reciproco attraverso esperimenti che portano ad opportunità commerciali.